Cyberbullismo: un nemico silenzioso che cresce tra gli adolescenti
Se hai figli adolescenti, probabilmente ti sarai trovato a chiederti almeno una volta: “Ma quanto sono davvero al sicuro quando stanno online?”.
La risposta, purtroppo, non è rassicurante.
Il bullismo esiste da sempre, ma con l’arrivo degli smartphone e dei social network ha cambiato forma, diventando ancora più insidioso: oggi parliamo di cyberbullismo, un fenomeno che non si ferma al cancello della scuola ma che segue i ragazzi ovunque, 24 ore su 24.
Una serie che fa riflettere: Adolescence su Netflix
A riportare l’attenzione su questo tema ci ha pensato anche Netflix con la nuova serie Adolescence.
La trama è dura, a tratti scioccante: parla di Jamie, 13 anni, coinvolto in episodi di bullismo e violenza che sfuggono di mano fino a diventare tragedia. Guardarla non è semplice, perché mette lo spettatore davanti a domande scomode: sappiamo davvero cosa vivono i nostri ragazzi? ci accorgiamo dei segnali che ci mandano?
Questa serie è riuscita a trasformare in immagini quello che troppo spesso resta invisibile: il peso delle offese, l’isolamento, l’incapacità di chiedere aiuto.
Le modalità più comuni del cyberbullismo
Il cyberbullismo non è sempre facile da riconoscere. A volte si manifesta in modo esplicito, altre volte in maniera più subdola. Tra le forme più diffuse ci sono:
- Insulti o minacce nelle chat di gruppo e sui social, spesso davanti a molti spettatori silenziosi.
- Esclusione dai gruppi online, che per un adolescente equivale a sentirsi tagliato fuori dalla propria comunità.
- Diffusione non autorizzata di contenuti personali (foto o video), con conseguenze devastanti in termini di vergogna e perdita di fiducia.
Sono dinamiche che lasciano cicatrici profonde, anche quando “dall’esterno” possono sembrare piccole cose.
I numeri del bullismo e cyberbullismo in Italia
I dati ci aiutano a capire che non si tratta di casi isolati.
- Secondo l’ISTAT (2025), quasi 7 ragazzi su 10 tra gli 11 e i 19 anni hanno subito episodi offensivi o aggressivi, sia online che dal vivo.
- Circa 1 adolescente su 5 li vive con frequenza mensile, e un 8% addirittura ogni settimana.
- La fascia più colpita è quella degli 11-13enni, a dimostrazione che la vulnerabilità inizia presto.
Se ci concentriamo solo sul lato digitale, il quadro è altrettanto preoccupante:
- nel 2023 circa 1 ragazzo su 3 dichiarava di aver subito cyberbullismo almeno una volta;
- nel 2024, la ricerca ESPAD Italia/CNR ha stimato che quasi 1 milione di adolescenti italiani (47%) ha vissuto episodi di cyberbullismo.
Numeri che parlano da soli e che ci dicono chiaramente che non si tratta di un fenomeno marginale, ma di una realtà quotidiana per tantissimi ragazzi.
Le conseguenze per una famiglia
E qui viene la parte che spesso si sottovaluta: cosa accade quando non sei solo spettatore, ma genitore del ragazzo che compie un atto di bullismo?
Immagina questa scena: tuo figlio, magari in un momento di leggerezza o perché trascinato dal gruppo, insulta pesantemente un compagno sui social. Quel post viene condiviso, diventa virale e la vittima riporta danni psicologici seri, fino ad arrivare a un ricovero o a una terapia lunga e costosa.
In questi casi, la famiglia del minore non può tirarsi indietro.
La legge parla chiaro: i genitori sono civilmente responsabili degli atti compiuti dai figli minorenni. Questo significa che potrebbero essere chiamati a risarcire la famiglia della vittima, affrontando richieste economiche molto elevate.
Non si tratta solo di un “pagare una multa”: si parla di migliaia di euro per:
- spese mediche e psicologiche della vittima,
- danni morali e biologici riconosciuti dal giudice,
- eventuali spese legali che possono trascinarsi per anni.
Per molte famiglie, un evento simile può trasformarsi in un colpo durissimo non solo emotivo, ma anche finanziario.
Dove interviene l’assicurazione
È qui che entra in gioco la responsabilità civile del nucleo familiare.
Questa copertura, spesso conosciuta solo per i “danni materiali” (tipo il vaso che cade dal balcone o l’incidente in bicicletta), può essere un’ancora di salvezza anche nel caso di atti di bullismo e cyberbullismo compiuti dai minori.
Di recente, infatti, le Compagnie si stanno adeguando per offrire una garanzia di “Responsabilità civile dei minori sui social network”
In concreto:
- Se tuo figlio provoca un danno a un coetaneo, l’assicurazione copre i costi del risarcimento al posto tuo.
- Ti tutela dalle richieste economiche, evitando che una leggerezza si trasformi in un disastro finanziario.
- Ti offre il supporto legale necessario per affrontare la situazione.
Non elimina il dolore, né cancella la responsabilità educativa che ogni genitore deve avere. Ma rappresenta una protezione concreta per non lasciare che, oltre al dramma emotivo, ci sia anche un peso economico insostenibile.
In conclusione
Il cyberbullismo non è più un tema lontano: è già nelle chat di classe, nei social che i nostri figli usano ogni giorno.
Come genitori non possiamo spegnere internet, ma possiamo fare due cose fondamentali: esserci e proteggerli.
La prima passa dall’ascolto quotidiano, dal creare un clima in cui un ragazzo possa sentirsi libero di raccontare senza paura.
La seconda passa dall’avere accanto strumenti di tutela che facciano la differenza nel momento del bisogno.
Perché, se tuo figlio sbaglia, tu sarai comunque chiamato a rispondere.
E in quel momento, avere una copertura assicurativa può fare davvero la differenza tra affrontare un problema… e esserne travolti.
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Contatta Simona al +39 339 727 2644 o scrivi una mail a info@labussolaassicurativa.it per una guida.
- ISTAT (2025), Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi
- CNR, ESPAD Italia (2024), Cyberbullismo tra i giovani: un fenomeno in crescita
- Lexacivis (2025), Bullismo e cyberbullismo
- UNID Professional (2025), Vittime di bullismo: dati ISTAT 2025
- Serie Netflix Adolescence (2025) – Netflix, approfondimenti su Reuters e Washington Post
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Simona Volpi, consulente per la pianificazione assicurativa
Sono la penna dietro “La Bussola Assicurativa”; ho deciso di creare questo blog perché durante il mio percorso professionale mi sono accorta di quanta poca informazione ci sia in termini di assicurazioni e pianificazione finanziaria. Mi sono accorta della confusione negli strumenti da utilizzare per i diversi obiettivi che ci poniamo e penso che sia solo attraverso l’informazione che si possa accorciare la distanza tra quello che desideriamo e quello di cui abbiamo bisogno.